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Читаем по-итальянски Marcello Fois Nulla (7)


28 anni

Alla fine ci sei riuscita!

Gliel’hai fatta pagare in contanti, con gli interessi. Un numero imprecisato di pillole ingerite a fatica, che sembravano calce in gola, e acqua direttamente dal rubinetto del bagno, a sorsate avide per non sentire il sapore. Solo lo stomaco che brucia. Per la paura, s’intende. Il momento adatto… il gioco è fatto… il conto esatto.

Sorridi, s’intende. Le rime ti hanno sempre fatto ridere, fin dalle elementari. Che già sembrava una concessione darti l’istruzione obbligatoria. Che già si diceva: tempo perso. Che già si preparava il terreno: apparecchia la tavola per i tuoi fratelli!

Al centro del Mediterraneo, in bocca al terzo millennio: tempo perso. Che per i ragazzi, per i maschi, vale la pena. Che sono forza e famiglia. E schiatta che prosegue, cognome che si tramanda.

Forse ci credevi anche tu. E zoppicavi con la grammatica. E diventava tutto difficile. Sarebbe stato perfetto, come era stato, ma la vita parlava un altro linguaggio, corretto senza strafalcioni. Diceva di grandi scienziate, attrici meravigliose, scrittrici, donne.

Prepara la tavola per i tuoi fratelli. Che ti guardano appena. E si portano addosso mondi straordinari e raccontano storie piccanti a tavola per farti correre via in imbarazzo. A pensarci bene, non erano nemmeno loro, o quello che dicevano, il problema. Piuttosto tua madre che fingeva di rimproverarli e poi ti guardava alzando le spalle.

La vita, figlia mia, poteva andare peggio, per fortuna i tempi sono cambiati… bisogna prendersi carico delle croci che ci dà il Signore. Per fortuna, ti ripeti guardando fuori dalla finestra. Un gatto si è accovacciato fra il muro e una scala di cemento, per sfuggire alla cattura dei ragazzini. Una bambina sta da parte, comincia a piangere. Per questo spalanchi la finestra gridi contro il cielo grigio, che sa di fumo. Si distraggono quanto basta perché la bestiola riesca a fuggire. Un attimo appena di sconcerto per le tue urla. Ma ci mettono un istante a capire e si voltano verso la tua finestra per ricordarti chi sei: la pazza cicciona!

L’importante è che sia bastato per salvare il gatto. La bambina ha smesso di piangere.


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