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Читаем по-итальянски Marcello Fois Nulla (5)


Ho chiuso con questa specie di passato. Perché l’adolescenza si frantuma in schegge acuminate. Sono rimasto ad aspettare che questo giorno si portasse via la carcassa di quello che ero. Guardandomi in uno specchio che mi dice cose che non vorrei sentire. Vedendo la parte migliore di me, quella della felicità pura, quella dell’ingenua inconsapevolezza, sepolta sotto metri di terra…

Ora che ho letto troppi libri e scritto e ricevuto qualche riconoscimento. Non dirmi che è facile. Non è facile amare Nulla. Non è facile essere innamorati del profumo dei lecci. Non è facile portarsi la terra in tasca. Perché la terra pesa, rallenta il passo e si preferirebbe essere nati in volo o sul mare, dovunque, ma non a Nulla. Nulla Amada.

Oggi, nel giorno del tuo funerale, tutto il dolore è diventato cercare di ricordare tutto. Quei maglioni indossati sulle camicette candide. Quelle dita screpolate dalle allergie. Quel sorridere solo con bocca mentre lo sguardo andava altrove. E quei capelli, troppo sottili, che non crescevano mai. Quel compleanno in giardino e la casa al mare. Quei figli fratelli, quei nipoti figli, quegli altri fratelli, quei figli.

Il banco proprio dietro al mio. E il pianto perché non riuscivi a leggere le frasi di greco…

Quanto poco… quanta fatica. E pensano che fosse scritto, che l’avessi segnato nel volto. Solo che sei rimasta un libro chiuso. Solo che la tua storia non sembrava degna di essere letta. Quando dicono: – Non volevano scandali, stava male da anni, si vergognavano…


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