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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (37)


La tentazione di proseguire la fuga da solo fu spazzata via dall’ennesima scarica di adrenalina. Smise di pensare, coprì di corsa i pochi metri che lo separavano dai due contendenti e sferrò con tutte le forze un calcio nel fianco destro dell’uomo che lottava con Claudia.

L’aggressore rimase paralizzato dal colpo e si accasciò di lato, come se una scarica elettrica lo avesse fulminato. Marco afferrò Claudia per le braccia e la trascinò verso il fondo del corridoio. Sapeva di non avere più vie aperte per la ritirata e voleva resistere sfruttando lo spazio angusto. Gli inseguitori sarebbero arrivati uno alla volta.

In quel modo, forse, si potevano affrontare. Quando si appoggiò alla parete, per garantirsi le spalle, si accorse che si muoveva. Claudia, che si era ripresa, fu più veloce di lui nel capire la situazione. I barboni avevano foderato di cartone il fondo del piccolo corridoio e gli ultimi due metri delle pareti laterali, costruendo una stanza da letto.

Mentre i tre inseguitori facevano la loro comparsa all’imbocco del cunicolo, Claudia saggiò la resistenza di una parete laterale con un calcio, e la sfondò. Con un riflesso disperato, Marco ci si buttò contro e il cartone cadde di lato. La finta parete alle sue spalle rimase senza un sostegno e si inclinò in avanti, creando un ostacolo tra prede e cacciatori. Alla loro sinistra si aprì un varco di luce. Claudia e Marco ci si tuffarono dentro e si trovarono ai piedi di una ripida scalinata.


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