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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (39)


Nell’ufficio appena ampliato e ristrutturato, il direttore Giuseppe Illustri sedeva a suo agio nella poltrona nuova.

Aveva insistito molto per far spendere all’amministrazione i soldi necessari a rinnovare il locale. Balloni non allargava facilmente i cordoni della borsa, ma Illustri lo aveva convinto con un argomento definitivo. Siccome la redazione stava per essere colpita nel portafoglio, diventava importante rafforzare il concetto di autorità mostrando a tutti che non si lesinava nulla a chi rappresentava la volontà dell’azienda.

Davanti a Illustri, in quel momento, sedevano i capi dei due desk più importanti del giornale: interni e cronaca cittadina. Il direttore doveva rispondere a un quesito difficile.

Tre uomini, molto noti in città, avevano compiuto un viaggio in Cile. Durante un giro turistico, il loro piccolo aereo si era schiantato ai piedi delle Ande. Il pilota e i tre passeggeri erano morti, davanti ai familiari che li aspettavano a terra.

Bisognava mettere la notizia nelle due cronache, nazionale e locale, facendola risaltare in modo diverso, organizzando servizi diversi sotto titoli diversi. Un compito abbastanza semplice per un professionista, ma non per Illustri. Del fatto, il direttore conosceva solo quello che i capidesk gli avevano riferito. Non aveva letto i lanci d’agenzia sul videoterminale perché non sapeva avviare il software editoriale. Anche se avesse saputo usarlo, Illustri non sapeva leggere. Dietro una brillante carriera, che lo aveva portato ai vertici del giornale a soli trentasei anni, il direttore nascondeva il suo segreto.

Era dislessico. Da ragazzino, per terminare i tre anni di scuola media ne aveva impiegati sei. A quel punto sua madre si era accorta del problema e Illustri aveva beneficiato delle lezioni di un logopedista. Recuperato un rapporto decente con la lettura, si era iscritto al liceo scientifico. Nessuno poteva definirlo un bravo studente, ma dove non riusciva con l’applicazione arrivava con l’opportunismo.


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