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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (42)


«Bene. Sai, stavo pensando a come dare nuovi stimoli alla redazione. Vi vedo un po’ seduti. Arrivate tardi, svogliati, fate poche proposte.»

«Mmmh...» Marco aspettava di capire dove il direttore volesse andare a parare.

«Forse dovreste scrivere di più, lasciare la scrivania, uscire. Meno desk, più cronaca.»

«Ottima idea», concesse Marco sospettoso. Se c’era mai stato un direttore che aveva ridotto il giornale al solo assemblaggio di notizie precotte d’agenzia, quello era Illustri. Non bastava, a scusarlo, il fatto che l’idea fosse di Quindi, ossessionata dal risparmio e dal taglio dei costi. Editore e direttore, di comune accordo, avevano ridotto «La Voce» a un ammasso di notizie rafferme, scarso di articoli prodotti in proprio, e con una redazione ridotta ai minimi termini.

«Ecco, mi fa piacere sentirtelo dire», ne approfittò il direttore. «Perché per te ho in mente un servizio importante.» Solo in quel momento Marco riconobbe la trappola.

«Sai, quel negro squartato ieri in una grotta?»

Marco si limitò ad annuire.

«A parte l’inchiesta sull’omicidio, che c’è già chi la segue, pensavo a una serie di puntate su queste gang di immigrati. Quindici anni fa ignoravamo che esistessero. Adesso ci assediano e hanno trasformato la nostra bella città antica, le nostre torri medioevali, le nostre strade di acciottolato in una New York qualsiasi.»

Illustri si fermò un attimo. Gli piaceva il suono della parola acciottolato. Poi continuò: «Li sfioriamo tutti i giorni e non sappiamo niente di loro. Come arrivano, come si organizzano, chi li guida, come vivono. Sappiamo che dormono in venti in una stanza, che ogni tanto si accoltellano, che spacciano e rompono i coglioni alla gente per bene».

Illustri stava delimitando e restringendo il campo d’azione di Marco, caso mai avesse accettato la proposta.

«Però, dimmi se sbaglio, ignoriamo cosa c’è dietro un rituale così tremendo come sbudellare un uomo. È un regolamento di conti? Una punizione per uno sgarro? Mi interessa il risvolto etnico di un omicidio brutale. Ti dico la verità» aggiunse Illustri come tutte le volte che mentiva «non voglio articoli raccapriccianti. Vorrei aiutare i nostri lettori a capire, e mi serve gente che scrive bene, senza la fretta dei cronisti. Qualcuno come te.»


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