Отправляет email-рассылки с помощью сервиса Sendsay

Читаем по-итальянски

  Все выпуски  

Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (36)


«Si apre solo dall’interno», disse. «Si vedono le maniglie a spinta.»

Marco si appoggiò al vetro più per riprendere fiato che per scassinarlo. Dalla parte del corridoio non c’era neanche la serratura. Evidentemente, non era quello l’ingresso previsto per le barelle con i cadaveri. Mentre cercavano invano di sfondare la pesante porta a vetri, Marco e Claudia videro arrivare l’uomo con la barba.

Dietro di lui arrancavano altre due ombre minacciose. Ai disperati che vivevano nei sotterranei non capitavano spesso prede così sprovvedute, e avevano intenzione di approfittarne.

Questa volta Claudia riprese a correre senza attendere un segnale. Marco la seguì d’istinto, ma il fiato mozzo e le gambe pesanti gli fecero capire che senza una via d’uscita sarebbe stato raggiunto. Arrancò dietro alla cognata, a velocità molto più bassa. Sufficiente, comunque, a tenere a distanza gli uomini alle sue spalle.

Guardando davanti a sé, gli sembrò che Claudia fosse entrata in una zona buia. Sentì gridare e poi non la vide più. Accelerò, per quanto le forze residue glielo permettevano, e, trenta metri dopo, si accorse che alla sua sinistra, in uno stretto cunicolo laterale, si stava consumando una lotta mortale.

Un uomo vestito di stracci si era seduto a cavalcioni sopra la pancia di Claudia e tentava di stordirla mulinando le braccia. Il barbone dava le spalle a Marco e nascondeva con il corpo il viso di lei. Non si capiva se la stesse prendendo a pugni o se tentasse di strapparle i vestiti. Marco fece un calcolo rapidissimo. Se si fosse fermato ad aiutare la cognata, gli inseguitori lo avrebbero raggiunto. Quattro uomini contro uno, stremato, e contro una donna sotto shock.


В избранное