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Читаем по-итальянски Marcello Fois Nulla (1)


24 anni

Chi ve l’ha detto che uno dei tre o quattro ragazzi più belli della città, non potesse decidere di farla finita? Perché sarebbe strano? Perché era bello? Non è così definitiva la bellezza, né tanto calda da potercisi riposare. Troppa felicità delle forme può significare già la morte. E la vacuità di certe giornate passate a scegliersi il sorriso possono assomigliare a tempi già morti.

E allora? Se ha deciso di farlo? Nulla ventosa porta le voci, le accumula nelle pieghe del viso. Nulla tormentosa assomiglia a quelle serate di tramontana che spazzano il cielo. Tutta chiarezza di sguardi turbolenti. Tutta saggezza buttata nel silenzio. Ricacciata nell’ostilità del dubbio. Del disprezzo. Delle serate deserte di sguardi. In ipnosi catodica. E sollevare le spalle per una domanda:

– Che cosa facciamo? Per rispondere che non sono domande da farsi…

Guardandosi intorno a contemplare Nulla boscosa. Camminando all’indietro forse sembra vivibile solo l’infanzia a-geografica. Dove l’unico posto possibile è quel Nulla. Come una mappa senza punti di riferimento, senza la rosa dei cardinali. Non è vero. Non l’ha fatto! Era bello. Era quanto di meglio si potesse sperare di generare. Tutti i geni e i cromosomi si erano incontrati nei suoi occhi, nella sua pelle, nel suo sorriso. Ogni benedizione si era posata su quel corpo.

Niente di più di questo.


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