Отправляет email-рассылки с помощью сервиса Sendsay

Читаем по-итальянски

  Все выпуски  

Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (29)


Un modo di cospargersi d’incenso che Casti disapprovava con tutto se stesso. Poteva avere un senso negli anni Sessanta, quando la chirurgia veniva considerata la regina della medicina. Da allora, tecnologia ed esasperata specializzazione avevano cancellato molti confini tra clinici e chirurghi. Le nuove macchine computerizzate permettevano di operare anche a chi non possedeva grandi abilità manuali.

La chirurgia generale ne aveva sofferto più degli altri reparti, riducendosi a realizzare solo gli interventi all’addome e quelli d’urgenza. Un declino che il primario Giorgio Lama, formatosi negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta, preferiva ignorare. Del resto sapeva, come lo sapeva Casti, che metà dei medici del policlinico non padroneggiava né le nuove tecniche di intervento né quelle vecchie e perciò un bravo dinosauro come lui poteva ancora giganteggiare sulla maggioranza

dei colleghi, garantendo meglio di loro la salute dei pazienti. Il Mago sedeva in ottima compagnia di se stesso nella stanzetta che si era riservato. Alto e affusolato, con gli occhi scuri e i capelli grigi, esibiva lineamenti da vampiro elegante, forse a causa dei denti superiori che si appoggiavano al labbro inferiore anche se teneva la bocca ben chiusa. L’espressione da succhiasangue veniva appena attenuata dagli occhiali cerchiati d’oro.

Casti bussò ed entrò senza aspettare la risposta, sicuro che Lama fosse solo. Il primario non riceveva mai pazienti nel suo ufficio, che impiegava come sala da riposo o per controllare i suoi cospicui introiti, frutto del lavoro in una clinica privata.


В избранное