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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (11)


«Chirotteri», sillabò.

«Chi che?»

«Pipistrelli. Una colonia di pipistrelli in letargo.»

«Adesso dimmi che non te la faresti.»

Per motivi imperscrutabili, Gozzi era molto soddisfatto dell’incontro con l’editore. Uscendo dall’ascensore, i tre sindacalisti cercavano di stendere un primo bilancio. Marco aveva pochissima voglia di scherzare. Giulio Nascetti, cronista di nera, taceva: si sforzava di mettere a fuoco l’essenziale, cioè lo scopo reale di Quindi, di Balloni e di Illustri, che non coincidevano necessariamente.

«No, non me la farei», rispose Marco. «Mi sa che è meglio mettere una mano in bocca a un piranha.»

«Che c’entra, è perché tu vedi il manager. Io guardo la donna», affermò Gozzi.

«Be’, la donna ha appena detto che vuole tagliarti lo stipendio.»

«Sì, ma non può.»

«Così come l’ha messa no, ma può fare di peggio.»

«Tipo?»

«Tipo ridurre drasticamente la foliazione per risparmiare, perdere diecimila copie di venduto, affossare il bilancio, presentare un piano per lo stato di crisi e mandare a casa un centinaio di giornalisti su duecentocinquanta col sorriso sulle labbra.»

«Così si dà la zappa sui piedi.»

«No, così si diverte e continua a giocare all’editore.»

«Allora perché ci ha chiesto qualcosa che non possiamo darle?» tornò a insistere Gozzi.

«Credo che il messaggio» intervenne Nascetti «sia chiaro: fatemi risparmiare e non butto tutto per aria.»

«E come? Convinciamo i colleghi a prendere meno soldi?»

«No di sicuro. Questo devono dircelo Balloni e Illustri. Erano lì apposta per far quadrare le esigenze di Quindi con quelle del giornale.»

«Si può?»

«Non credo», affermò Marco. «Possiamo solo limitare i danni.»

«Cioè allungare l’agonia» sentenziò Gozzi.

«Esatto. Però più dura l’agonia più stipendi prendiamo», confermò Nascetti.

«Secondo me» disse Marco «una speranza ce l’abbiamo.»

«E quale?» lo interrogò Gozzi, affannato.

«Io dico che le piaci», lo provocò Marco.

«Ma va’ a cagare.»


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