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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (1)


2000, Novembre

La lama gli aprì la pancia da sotto lo sterno fino al pube. Siero e sangue erano colati dentro l’addome. Le budella, trattenute nel loro sacco, furono offese dall’emorragia. Il coltello tagliò di nuovo. Due mani entrarono nel varco, come per strappargli le viscere, e scollarono l’intestino dalla parete muscolare. Sotto, affiorò la carne scura, chiazzata di nero.

Per un caso misterioso, lui era ancora vivo. Nella cavità ristagnava il sangue, che affluiva da ferite profonde. Le mani impietose continuarono a rovistare. Il filo del rasoio colpì ancora, creò dolore e nuovi crateri, rimestò la carne. Le dita frugarono, trovarono il rene sinistro e lo tirarono con forza verso il basso, spezzandolo in monconi. Intensi fiotti di liquido rosso pulsarono, solo per un attimo, e si riversarono sul fondo dell’oscena cavità.

A sacrificio quasi compiuto, il pezzo superiore del rene era rimasto attaccato al peduncolo formato dai principali vasi sanguigni. Il coltello lo tagliò di netto. Dai cavi interrotti la vita fuggiva in fretta. Nel buco spalancato sotto lo stomaco, polpa, muscoli e organi imploravano cecità.

Allora la cavità addominale fu colpita con scariche elettriche.

«Va bene», disse il chirurgo. «L’emorragia si è fermata. Completiamo l’emostasi, mettiamo il drenaggio e chiudiamo.»

Marco chiuse il portone e mentre si girava in direzione della sua auto urtò unragazzo che stazionava lì davanti ogni mattina, da più di una settimana. Lo vedeva sul marciapiede fissare il portone di legno e vetro con lo sguardo di un predatore davanti a uno gnu zoppicante. Lo oltrepassò senza scusarsi. Aspirò con la bocca aperta un sorso di nebbia mista all’aroma di pollo alla cantonese, cuscus e anidride solforosa, e si avviò verso l’auto.

Non riusciva a distinguere il marciapiede dalla parte opposta della strada. Si mosse quasi a tentoni verso la zona dove aveva parcheggiato la Volvo. Alle sue spalle, continuò a percepire la presenza del ragazzo. Quella faccia dai tratti africani, fissa davanti al portone di casa, lo metteva a disagio


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