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Читаем по-итальянски Stefano Benni QUANDO SI AMA DAVVERO (3)


Ottobre 1990

 Cara, ho ricevuto il tuo biglietto e devo dirti che mi ha fatto molto male. Soprattutto la tua accusa di complicità che sono sicuro di non meritare. La mia intervista al generale Z. non è affatto "servile". Io penso che nel mio lavoro, eccetera, già lo sai. Forse avrò inventato alcuni particolari, come il fatto che l'intervista si sia svolta senza polizia intorno, mentre il generale giocava a bocce con alcuni bambini ridenti. In realtà il generale si divertiva a chi tirava più lontano le bombe a mano con la sua scorta, dieci poliziotti biondi col mitra a tracolla.

Quanto al nuovo direttore che tu definisci "persona ripugnante" ovviamente non sono d'accordo. Non sono cambiato da quando dirigo il giornale e non capisco perché parli così. Quanto al fatto che il generale Z. abbia una linea diretta con me non è come dici tu "fortemente sospetto". Da quando in qua telefonare è un reato?

Sospetto, sospetto, sospetto, ecco cos'è la tua vita. Appena ti hanno portata in quello stadio e ci hai trovato anche qualche tuo amico, hai subito cominciato a sputare veleno su di noi. Una normale operazione di controllo, ecco cos'era.

Ma lasciati andare, sii più donna! È vero, quando l'altra sera ti ho invitata a uscire per prendere un gelato, non ero solo. Il colonnello Battista ha in questo momento una grande simpatia per me e mi segue ovunque. Non potevo prevedere che ti avrebbe arrestato. Ma tu sei altera e intransigente come le tue idee. Non lamentarti se poi il processo andrà male. Tra qualche anno, secondo me non meno di venti, vedremo chi ha ragione. E allora io sarò lì, come se il tempo non fosse passato, perché amare è saper aspettare. Ti allego il libro del generale Z.: "Tattica e strategia dell'antiguerriglia da El Alamein ai nostri giorni", con dodici cartine. La prefazione è mia.

Ciao, con amore Giampiero.


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