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Читаем по-итальянски Marco Bettini Color sangue (4)


Dalla quarta arcata partiva invece una strada sterrata che - gli avevano detto - dopo una decina di tornanti raggiungeva una stanza sotterranea, a cento metri di profondità.

L’ultima stazione della cava. Il cadavere era stato trovato in una delle doline collegate all’ingresso della grotta, da due cacciatori che, passando davanti al cancello di ferro alle sette del mattino, avevano notato il lucchetto tranciato. Appena entrati, avevano visto dentro la seconda dolina prima i piedi e poi il resto del corpo inanimato, parzialmente coperto di terra.

A quel punto avevano chiamato i carabinieri. Quando il capitano Cau era arrivato sul luogo del delitto aveva capito che i due cacciatori, in attesa degli investigatori, erano scesi lungo la scarpata per avvicinarsi al cadavere. La loro curiosità aveva confuso le tracce. Per finire di rovinargli la giornata, il sostituto procuratore incaricato dell’inchiesta, Massimo De Santis, aveva pensato bene di spedire sul posto gli esperti della polizia scientifica, con la scusa che i tecnici dei carabinieri avrebbero impiegato troppo tempo per arrivare dalla città nella quale aveva sede il loro laboratorio.

Risultato: il capitano dell’Arma Pietro Cau stava osservando il vicequestore della polizia Paolo Mormino e il suo aiutante, Antonio Presti, mentre effettuavano rilievi in merito a un omicidio sul quale almeno temporaneamente indagavano gli uomini del nucleo di polizia giudiziaria e non la questura. Cau possedeva l’elasticità sufficiente ad assorbire il colpo. Avrebbe comunque fatto a modo suo.

Conosceva la reputazione di Mormino. Entrambi avrebbero dovuto rispondere al magistrato, ma Cau occupava una posizione di vantaggio. Come investigatore avrebbe letto tutti i rapporti della scientifica, mentre Mormino non avrebbe avuto accesso ai documenti della polizia giudiziaria. A meno di non farne esplicita richiesta a De Santis, per il vicequestore sarebbe stato difficile conoscere il senso e l’importanza delle testimonianze. Sia il capitano che il poliziotto lo sapevano bene.

Paolo Mormino riemerse dalla scarpata.

«Qualcuno è sceso vicino al corpo prima di noi?»

La domanda, rivolta a Cau, sottintendeva che il qualcuno fosse un carabiniere.

«I due che l’hanno trovato. Sono là.»

Cau si girò verso due uomini che indossavano giubbotti da caccia e stivali, seduti in un angolo della grotta.


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