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Читаем по-итальянски Stefano Benni QUANDO SI AMA DAVVERO (1)


Ai tempi del fascismo

non sapevo di vivere

ai tempi del fascismo.

(Hans Magnus Enzensberger)

 Ottobre 1976

 Cara, la tua lettera mi ha fatto molto male. Soprattutto per via dell'accusa che mi fai, di essere un opportunista. Non credo proprio di meritarla. La mia intervista al famigerato leader extraparlamentare non era affatto "ambigua". Io penso che nel mio lavoro bisogna saper trovare i personaggi interessanti, e ti assicuro che lui lo è. Avrò, come dici tu, "caricato" certi particolari, come il fatto che portasse un mitra a tracolla e ci fossero due bellissime bionde in tuta mimetica al suo fianco. Ma ti assicuro che era armato e la sua donna non era niente male.

Quanto al nuovo direttore, che tu definisci "persona poco chiara", sono d'accordo con te. Se ci sono andato a colazione è perché ritengo che nel momento attuale non sia il caso di accentuare certe tensioni.

Sospetto, sospetto, sospetto! Ecco cos'è la tua vita. Solo perché ho buoni rapporti sia col leader sopracitato sia con il maggiore Z., ecco che subito ti metti a farneticare di legami ambigui. Lasciati andare, sii più tollerante! Quando l'altra sera volevo regalarti il poncho peruviano, sei stata crudele. È vero, non l'ho comprato in Perù; non sono mai stato in Perù e non ho mai conosciuto gli indios Paraguele, né mangiato il fungo sacro in compagnia del loro capo Mateus. Volevo solo rendermi interessante. Ma tu non perdoni niente. Sei altera e intransigente come le tue idee. Non lamentarti poi se ti perquisiscono la casa. Quanto ai tuoi articoli, ti ho già detto cosa ne penso: il tempo mostrerà chi ha ragione. Amare è anche saper aspettare. Come dice il poeta: "Da qualche parte mi sono fermato e ti aspetto." Ti allego una copia del mio libro "Lotta armata, perché?"

Con amore, tuo Giampiero


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