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Читаем по-итальянски Stefano Benni IL DITTATORE E IL BIANCO VISITATORE (1)


Beati coloro che hanno fame e sete di

giustizia perché saranno giustiziati.

(Piergiorgio Bellocchio)

 C'era un dittatore che aveva incarcerato, torturato e ammazzato uomini e donne del suo Paese. Un giorno gli venne annunciata la visita del Capo degli Uomini Buoni.

Poiché questo Capo era molto potente, viaggiava per il mondo e ovunque andasse la gente accorreva a vederlo, il dittatore dovette prepararsi a riceverlo nel modo migliore.

Ammazzò tutti i torturati perché non si dicesse che c'era la tortura, tutte le mamme dei desaparecidos perché non dicessero che i figli erano desaparecidos, tutti i prigionieri perché non si dicesse che le prigioni erano piene, e riempì la città di striscioni di benvenuto.

Ma la notte prima della visita non dormì: sapeva che il Capo degli Uomini Buoni conosceva il bene e il male ed era venuto per rimproverarlo: gli avrebbe detto delle cose terribili davanti a tutti smascherando i suoi delitti.

Così la mattina all'aeroporto era molto nervoso. Invece della solita divisa con draghi e pugnali, si era messo un completo grigio con la cravatta, e al posto dei gorilla generali aveva una scorta di suorine. Ogni suorina teneva in braccio un bambino, di cui il Capo degli Uomini Buoni era ghiotto.

Il Visitatore scese tutto vestito di bianco da un aereo bianco, baciò la terra e i bambini, salutò il dittatore e insieme percorsero i viali della città tra gli applausi della gente, anche perché chi non applaudiva veniva bastonato.

Quando furono nell'appartamento del dittatore il Capo degli Uomini Buoni chiuse a chiave la porta e disse:

- Adesso io e lei facciamo due chiacchiere.


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