Отправляет email-рассылки с помощью сервиса Sendsay

Читаем по-итальянски

  Все выпуски  

Читаем по-итальянски Stefano Benni LETTERA AL PADRETERNO (3)


Lettera quattro.

“Caro Dio, questa non me la dovevi fare.

Ho trasformato la televisioni italiane in un catechismo, in una processione di ex-voto, santi santini e santoni. Dal suolo patrio stremato dalla canicola, sale al cielo una nuvola di smog e incenso. La curia è l’unica istituzione a cui do retta quasi più della Confindustria e della Pidue. E tu cosa mi fai? Preferisci la Corea pagana e idolatra dei Ginseng, dei Confuci e dei Buddha Shiva e Vismara (ho preso lezioni di teologia orientale da Pera). Cosa hanno i coreani che io non ho? Va bene, il loro presidente intesta tutto ai figli e a io a mio fratello, ma che differenza fa? Non sono più il tuo pataccaro preferito, il moltiplicatore di pani e pesci, l’uomo della Provvidenza, il tuo high-range sponsor? I casi sono due: o non esisti, e allora mi trovo subito un altro alleato di maggioranza. Oppure esisti e mi hai fregato. Ma stai attento: come ho detto a Bossi, nessuno mi frega due volte. Perciò scendi, mostrati e parliamo da pari a pari. E non dire che sono un megalomane e che gli insuccessi mi stanno dando alla testa. Ti aspetto.

Il tuo interim in terra, Silvio”

  Fine

В избранное