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Читаем по-итальянски GRAZIA VERASANI, L'AMORE E' UN BAR SEMPRE APERTO (6)


Abito a piano terra e ho un piccolo giardino. Non possedendo né un pollice né un mignolo vagamente verde, un anziano condomino a volte se ne occupa. In cambio, io gli porto la spesa o vado in posta per lui. Ho un nespolo, un fico, un liquidambar e un limone.

Le piante di lauroceraso che compongono la siepe sono spesso malate e Galletti, il mio pensionato giardiniere, le unge con gocce misteriose e miracolose. Quando la mia amica Teresa la scorsa estate mi ha regalato una piantina di maria, Galletti pareggiandomi il prato mi ha detto: «Le taglio via anche quella?».

«No!», ho gridato io. E lui, con l’orgoglio di un nonno che si tiene aggiornato, mi ha sorpreso dicendo: «Non creda che non sappia che cos’è».

Il giardino è il territorio di Ofilonoff, il mio gatto. L’ho chiamato così in onore di un pittore russo, morto di fame durante l’assedio di Leningrado perché si rifiutava di vendere i propri quadri; è grigio come un certosino ma non è di razza, e da tre anni ci facciamo una superba compagnia lasciandoci vivere come due coinquilini discreti e molto rispettosi. Mescolo il caffè che si sta raffreddando e mi chiedo perché Mario ritarda. Starà portando in giro qualche cliente, penso, e aspetterà che una corsa lo porti dalle mie parti. Mario è uno dei miei migliori amici da quand’ero adolescente. L’altro è Diego ed è un fisico, studia le particelle. La nostra amicizia è nata nei bar e nelle strade dello stesso quartiere, ed è l’unica cosa che ho mantenuto intatta nel corso degli anni con una costanza e una fede di cui mi meraviglio.

Mario ha fatto mille mestieri prima di ereditare il taxi dal padre, morto qualche anno fa di un tumore al pancreas. Svagato, delicato, è di una magrezza scricchiolante e non supera il metro e settanta. Ha un grande naso che stona dentro la sua faccia scavata e occhi che luccicano come se fossero sempre sul ciglio di qualche commozione. Legge di tutto, tra una corsa e l’altra, ed è stato pestato e derubato un paio di volte durante il turno di notte. Non ha donne fisse, ma certi giorni gironzola nella strada dove abita un suo vecchio amore, che si è rifatto una vita e che lui osserva da lontano senza pretese di riconquista, senza nemmeno un saluto, un ‘come va?’, niente.


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