Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni
- Tu devi essere lo spirito di William, - disse
Peter. - Oppure sei un fantasma?
La luce non emise alcun suono, ma era chiaro che
aveva capito. Anche senza pronunciare parole vere e proprie, sembrava dire che
era entrambi le cose, e anche molto di più.
Quando fu totalmente fuori dal gatto, il quale
continuava a starsene sdraiato sul tappeto davanti al fuoco, lo spirito si
librò nell’aria e andò a posarsi fluttuando sulla spalla di Peter. Non gli
metteva nessuna paura. Si sentiva quella luce sulla guancia. Poi lo spirito
volteggiò dietro la sua testa e non poté più vederlo. Lo sentiva però
sfiorargli il collo e un leggero brivido gli corse giù per la schiena. Lo
spirito del gatto afferrò qualcosa che doveva sporgere dalla sua spina dorsale
e lo tirò giù, fino in fondo, e Peter sentì l’aria fresca della stanza
solleticargli il tepore interno.
Era una sensazione stranissima, quella di uscire dal
proprio corpo, come se niente fosse, per poi lasciarlo sdraiato per terra, come
quando ci si sfila una camicia. Peter vedeva il suo stesso bagliore, che era
viola e bianchissimo. I due spiriti volteggiarono un poco nell’aria l’uno di
fronte all’altro. E fu proprio allora che Peter seppe che cosa desiderava fare,
che cosa anzi doveva fare. Fluttuò sopra il corpo del Gatto William e rimase
sospeso a mezz’aria. Il corpo era aperto come una porta, e appariva così
invitante, così accogliente. Peter discese ed entrò. Che bella cosa, vestire i
panni di un gatto. Non era affatto molliccio, come credeva che fossero tutti i
corpi visti da dentro. Era caldo e asciutto. Si sdraiò sulla schiena e infilò
le braccia dentro le zampe anteriori di William. Poi sistemò le gambe in quelle
posteriori. La testa entrò come un guanto in quella del gatto. Lanciò un’ultima
occhiata al proprio corpo, appena in tempo per vederci sparire dentro lo
spirito del Gatto William.
Aiutandosi con le zampe, non gli fu difficile
richiudere la cerniera. Si tirò su e azzardò qualche passo. Com’era piacevole
camminare su quelle quattro zampette morbide e bianche. Si vedeva i baffi
spuntare dai lati della faccia e si sentiva la coda arricciolarsi da dietro.
Aveva il passo leggero e la pelliccia gli dava la sensazione di estrema
comodità di un vecchio maglione di lana. Man mano che il piacere di essere
gatto cresceva, Peter si sentiva gonfiare il cuore e il solletichìo profondo
che gli nasceva in gola divenne così forte da produrre un rumore decisamente
udibile. Peter stava facendo le fusa. Era proprio un Gatto Peter e laggiù, ecco
il Bambino William.
Il bambino si alzò stiracchiandosi. Poi, senza dire
una parola al gatto che gli stava ai piedi, uscì di corsa dalla stanza.