Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni
Ridicolo!
Erano fantasticherie come questa che potevano fargli scordare la fermata se non
stava attento. L’autobus si era fermato. I bambini della scuola stavano già
incominciando a scendere. Peter scattò in piedi e fece giusto in tempo a
saltare a terra, che già l’autobus era ripartito. Fu solo una buona ventina di
metri dopo che si rese conto di aver dimenticato qualcosa. La cartella, magari.
Macché! Era sua sorella! L’aveva salvata dai lupi, ma se l’era scordata seduta
sul pullman. Per un momento rimase paralizzato. Osservò l’autobus allontanarsi
lungo la via. - Torna indietro, sussurrò. Ti prego.
Uno
dei bambini della scuola gli si avvicinò e battendogli sulla schiena disse: - Ehi,
che ti prende? Hai visto un fantasma per caso? La voce di Peter sembrò arrivare
da molto lontano. Oh, niente, niente. Ho dimenticato una cosa sull’autobus -. E
poi si mise a correre. L’autobus era già trecento metri oltre e stava
incominciando a rallentare per la fermata successiva. Peter accelerò la corsa.
Correva tanto veloce che se avesse aperto le braccia, probabilmente si sarebbe
alzato in volo. Allora avrebbe potuto sfiorare la cima degli alberi e... Ma no!
Non poteva davvero permettersi altri sogni a occhi aperti adesso. Doveva solo
recuperare sua sorella. Magari la poverina stava già strillando in preda al
terrore.