Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS
Decisioni,
sempre decisioni.
Il
mio amico Luke Raynard si mosse lievemente sulle mie spalle. Pregai Iddio che
non fosse sul punto di rinvenire, perché non avevo proprio il tempo di
improvvisare un incantesimo ipnotico, né in realtà ero in condizione di
riprendere a camminare col suo peso morto sulle spalle. E così rimaneva
soltanto Frakir. Certo, in un caso limite, come ad esempio un soffocamento,
sarebbe stato più utile svegliarlo che lasciarlo indietro... ed io lo volevo
in forma. Luke Raynard sapeva moltissime cose di cui io non ero a conoscenza,
cose che ora sentivo la necessità di sapere.
Attraversammo
una zona leggermente illuminata e fu così che riuscii a distinguere le pareti
del pozzo per la prima volta, e a notare che erano interamente ricoperte di
graffiti di un linguaggio a me sconosciuto. Allora mi ricordai di uno strano
racconto di Jamaica Kincaid, anche se non mi fu d'alcun aiuto. Comunque,
seguendo il nostro cammino lungo quella striscia illuminata, riuscii a notare
un piccolo punto di luce in lontananza. Quasi nello stesso istante risentii
ancora una volta quel gemito sempre più vicino.
Rivolsi
lo sguardo verso l'alto giusto in tempo per vedere l'Angelo del Fuoco attraverso
il bagliore luminescente. Dietro di esso però c'era un'altra sagoma che
indossava un panciotto e gorgogliava ininterrottamente. Anche lo jabberwock
ci stava dietro e sembrava sul punto di raggiungerci. Ed il suo proposito
mi fu subito chiaro: mentre lui guadagnava terreno, il cerchio di luce
aumentò, e Luke si mosse di nuovo. Il problema fu comunque risolto
immediatamente, perché l'essere fu raggiunto dall'Angelo del Fuoco ed
assalito.