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Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS


Nell'aria sovrastante, riecheggiò all'interno della mia mente ancora una volta quello strano grido di caccia, seguito quasi immediatamente da quello strano gorgoglìo che avevo già per­cepito in precedenza. Frakir cominciò allora a pulsare dolce­mente sul mio polso, avvertendomi in realtà di ciò che già sapevo. Fu questo il motivo per cui lo feci tacere di nuovo.

Era sempre più chiaro. Cominciai a ricordare... Il mio assalto alla Fortezza dei Quattro Mondi ed il ritrovamento della madre di Luke, Jasra. L'attacco della bestia. Il mio strano viaggio con Vinta Bayle, che in realtà non era quello che sembrava... Il mio pranzo nel Vicolo della Morte... Il Cavernico­lo, San Francisco, la grotta di cristallo... tutto diventava sempre più chiaro.

... E sempre più forte sentivo sopra di me il grido di caccia dell'Angelo del Fuoco. Doveva averlo emesso lungo il tunnel che ora, forse, stava discendendo. Sfortunatamente, lui aveva le ali, mentre io non potevo far altro che capitom­bolare verso il basso.

Guardai fisso verso l'altro, ma non riuscii a distinguere la sua sagoma. In alto le cose mi sembravano ancora più scure che sul fondo. Sperai che fosse un segno del fatto che ci stessimo avvicinando a qualcosa di simile alla luce alla fine del tunnel, perché non riuscivo a pensare a nessun'altra usci­ta all'infuori di questa. Era troppo buio per visualizzare un Trionfo, o per distinguere quel tanto dell'ambiente circostante necessario ad iniziare un Gioco d'Ombre.

Sentii poi che, più che cadere, ora ci stavamo sollevando ad una velocità che probabilmente ci avrebbe permesso di at­terrare integri. La situazione mi sembrò differente una volta raggiunto il fondo, ed allora mi venne in mente un altro espe­diente possibile per cercare di rallentare la nostra discesa: l'u­so di uno degli incantesimi che mi ero portato dietro.

Queste mie riflessioni, comunque, valevano molto poco, perché esisteva la probabilità che venissimo divorati durante la nostra caduta verso il basso... a meno che, naturalmente, il nostro inseguitore non fosse granché affamato, nel qual caso ci avrebbe solo un po' lacerati e smembrati. Di conse­guenza, sarebbe potuta diventare una necessità quella di cer­care di aumentare la nostra velocità per rimanere davanti alla bestia... che naturalmente ci avrebbe fatto a pezzi una volta giunti a destinazione.


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