Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS
Uno
di quegli artigli, infatti, mentre entrava, afferrò la porta a vento e la
scardino. Era una bestia del Caos: insolita, micidiale, e straordinariamente
intelligente. Non ne vedevo una da diversi anni, e non avrei voluto rivederla
neanche allora; ma ero anche sicurissimo di essere io la ragione per cui
quella bestia si trovava dinanzi a me in quel preciso istante.
Per
un attimo mi rammaricai di aver sciupato un incantesimo come quello dell'arresto
cardiaco per un semplice Bandersnatch... sino a quando richiamai alla
memoria il fatto che gli Angeli del Fuoco avevano tre cuori. Allora mi
guardai intorno per vedere se qualcuno mi stesse spiando, poi emisi un flebile
grido di caccia, ed avanzai sicuro.
«Mi
sarebbe piaciuto avere più tempo per parlare con lei,» dissi rivolgendomi
all'artista. «Io amo il suo lavoro. Sfortunatamente però...»
«Capisco.»
«Arrivederci.»
«Buona
Fortuna.»
Discesi
nella tana del coniglio e cominciai a correre all'impazzata, curvandomi in
avanti a causa del soffitto basso. Luke mi rese il compito alquanto difficile,
soprattutto nelle virate. Dietro di me, in lontananza, sentii un rumore simile
ad una grattata, e poi una ripetizione del grido di caccia. Io, comunque, fui
consolato dal fatto di sapere che l'Angelo del Fuoco avrebbe dovuto
effettivamente allargare parecchie parti del tunnel per poter passare e
proseguire il suo cammino. Purtroppo la cosa non gli sarebbe risultata
particolarmente difficile: gli Angeli del Fuoco sono delle creature incredibilmente
forti, e praticamente indistruttibili.
Continuai
a correre sino a quando la terra non sprofondò sotto i miei piedi. Allora
cominciai a capitombolare. Allungai la mia mano Ubera per cercare di
afferrarmi a qualcosa, ma non trovai niente a cui appigliarmi. Il pavimento
era crollato. Perfetto! Era accaduto quello che avevo previsto. Il mio amico
Luke emise un unico debole lamento, senza però muoversi.
Cademmo.
Giù, giù, sempre più giù, come disse l'uomo. Doveva trattarsi di un pozzo molto
profondo, o eravamo noi a cadere molto lentamente. Calavano le prime ombre del
crepuscolo, per cui non fui in grado di distinguere le pareti del pozzo. La
mia mente si schiarì ancora un po', e capii che avrebbe continuato a farlo sino
a quando avessi mantenuto sotto controllo l'unica variabile: Luke.