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Читаем по-итальянски Connie Willis Una lettera dai Cleary


Fuori era già buio e faceva davvero freddo. Le mie scarpe da ginnastica si stavano irrigidendo. Papà reggeva la torcia e teneva la plastica ben tesa sulle assi di legno. Io inchiodavo la plastica tutto intorno alla sagoma ogni cinque centimetri, picchiando una martellata sulle dita quasi tutte le volte. Dopo aver finito una sagoma, ho chiesto a papà se potevo rientrare a mettermi gli stivali.

– Hai preso i semi di pomodoro? – ha detto lui, come se non mi avesse neppure sentito. – O eri troppo occupata a cercare la lettera?

– Non sono andata a cercarla – ho risposto. – L’ho trovata. Ho pensato che sareste stati contenti di ricevere la lettera e sapere cos’è successo ai Cleary.

Papà stava stendendo la plastica sulla sagoma successiva, così forte che le stava riempiendo di piccole grinze. – Lo sapevamo già – ha detto.

Mi ha passato la torcia elettrica e mi ha tolto la spinatrice di mano. – Vuoi che te lo dica? – ha chiesto. – Vuoi che ti dica esattamente quello che è successo? Va bene. Immagino che siano stati abbastanza vicini a Chicago da essere stati vaporizzati quando sono cadute le bombe. Se è così, sono stati fortunati. Perché non ci sono montagne come le nostre intorno a Chicago. Così saranno morti nella tempesta di fuoco o per le ustioni o per le radiazioni, oppure uccisi dai razziatori.

– O da qualcuno della loro famiglia.

– O da qualcuno della loro famiglia. – Ha appoggiato la spinatrice contro il legno e ha premuto il grilletto. – Ho una teoria su quello che è successo due estati fa – disse. Ha spostato più in basso la spinatrice e ha sparato un’altra graffa nel legno. – Non credo che abbiano cominciato i Russi e nemmeno gli Stati Uniti. Credo che sia stato un piccolo gruppo di terroristi da qualche parte, o forse una persona sola. Non credo che avessero idea di quello che sarebbe successo quando hanno gettato la loro bomba. Io credo che fossero solo delusi e arrabbiati e spaventati dal modo in cui stavano le cose, così alla fine hanno colpito. Con una bomba. – Ha inchiodato ordinatamente la sagoma fino in fondo e poi si è spostato per cominciare dall’altro lato. – Che ne pensi di questa teoria, Lynn?


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