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Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS


«Scusami,» gli dissi. «Potresti spiegarmi a quale razza appartiene quella creatura?»

Gliela indicai non appena fece nuovamente capolino: aveva molte gambe, una coda abbastanza lunga, e delle squame scure, ondulate, e strette. I suoi artigli erano rossi e, mentre avanza­va verso di noi, sollevò la coda.

Gli occhi cisposi di Humpty si distolsero dal mio viso, e si spostarono lentamente.

«Io non sono qui, caro signore,» cominciò, «per rime­diare alla sua ignoranza in campo zoologico... Mio Dio! Ma è un...»

Nonostante la distanza che ci separava, notai immediata­mente il lampo che attraversò i suoi occhi mentre si affrettava ad avvicinarsi. Aveva urgenza di raggiungere un determi­nato punto in cui la sua corsa sarebbe diventata un'operazio­ne gravosa e noiosa, o stava cercando semplicemente di al­lontanarsi da quel posto?

I segmenti del corpo di quella strana creatura scivolava­no da una parte all'altra sibilando come una pentola a pres­sione che perde, e lasciando come scia una rivoltante saliva fumante. Ad un certo punto mi sembrò che la sua velocità aumentasse più che diminuire.

La mia mano destra si mosse allora indipendentemente dalla mia volontà, mentre dalla bocca mi sgorgava un fiume irrefrenabile di parole. Proprio nel momento in cui stavo par­lando, la strana creatura, giunta al punto d'intersezione che qualche attimo prima io non ero riuscito a superare, si capo­volse su un tavolo sgombro, e contrasse le membra come se fosse pronta a balzare sulla sua preda.


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