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Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS


«Un Bandersnatch!», gridò qualcuno.

«Un Bandersnatch frumious!», rettificò Humpty.

Mentre pronunciava l'ultima parola accompagnata dal­l'ultimo gesto, davanti ai miei occhi ondeggiò l'immagine del Logrus. Allora, quella strana creatura che aveva già allunga­to i suoi artigli, all'improvviso li ritrasse; con essi s'afferrò al quadrante superiore sinistro del suo torace, roteò gli occhi, lanciò una specie di flebile lamento ed espirò faticosamente, poi s'afflosciò, cadde sul pavimento, e rotolò sulla schiena, mentre i suoi numerosi piedi vagavano nell'aria.

Al di sopra della creatura apparve il ghigno del Gatto. E la bocca gli si mosse.

«Un Bandersnatch frumious morto», affermò.

Il ghigno si rivolse poi verso di me, mentre il Gatto ri­maneva soprappensiero.

«Ha avuto un arresto cardiaco, non è vero?», domandò.

«Credo proprio di sì», gli risposi. «Si è trattato di una sorta di riflesso condizionato. Certo, ora ricordo perfettamente: ho pronunciato la parola magica ed ho atteso gli eventi.»

«Lo sapevo,» osservò il Gatto. «Ero sicurissimo che in questo party spirasse aria di Magia.»

L'immagine del Logrus apparsami durante quell'opera­zione stregata, era anche servita allo scopo di accendere una piccola luce nella soffitta ammuffita della mia mente. Si trat­tava sempre di Magia. Naturalmente.

Io, Merlin, figlio di Corwin, sono un Mago, ma di una specie da me raramente incontrata nelle aree geografiche toc­cate negli ultimi anni. Luke Raynard, conosciuto anche come il Principe Rinaldo di Kashfa, è anche lui un Mago, sebbene di un genere diverso dal mio. Ed il Gatto, che sembrava un po' artefatto e ben addentro affari del genere, avrebbe potu­to benissimo considerare — e a ragion veduta — la nostra situazione come la parte più nascosta di un influsso magico.

Un posto simile è uno dei pochi ambienti in cui la mia sensibilità ed il mio addestramento ci metterebbero poco ad informarmi della natura della vicenda in cui sono implicato. Mi sentivo spossato. Provai la stessa sensazione di un dalto­nico: non potevo assolutamente pensare di dare per certo quello che stava accadendo senza un aiuto esterno.

Mentre riflettevo su queste cose, vidi gli uomini e i ca­valli del Re oltrepassare le porte a vento di fronte alla casa. Gli uomini entrarono e si precipitarono a legare la carcassa del Bandersnatch con delle funi. I cavalli pensarono poi a trascinarla via. Humpty allora scese per visitare il resto della stanza, mentre il corteo funebre procedeva per la sua strada.

Quando fece per ritornare al suo posto, scoprì però di non poter più riconquistare lo sgabello del bar. Urlò agli uo­mini del Re di dargli una mano, ma quelli erano troppo occu­pati a trascinare il defunto Bandersnatch.


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