Читаем по-итальянски Connie Willis Una lettera dai Cleary
– E allora? È più sicuro che girare qua intorno, –
ho detto, sbattendogli la porta in faccia.
Ero a metà strada dalla catasta di legna, ma lui mi aveva
già raggiunto.
– Lasciami andare – gli ho detto. – Me ne
vado. Vado a cercare dell’altra gente con cui vivere.
– Non esiste altra gente! Per amor di Dio, lo scorso
inverno siamo arrivati giù fino a South Park. Non c’era nessuno. Non abbiamo
nemmeno visto quei razziatori. E se ti imbattessi in quelli che hanno sparato
al signor Talbot?
– Se li incontro? Il peggio che possono fare è
spararmi. Mi hanno già sparato una volta.
– Ti comporti come una pazza. Lo sai questo, no? –
mi ha detto. – Piombare qui, tirare colpi a casaccio su tutti quanti con
quella folle lettera!
– Colpi a casaccio! – ho esclamato, così infuriata
che temevo di mettermi a piangere. – Colpi a casaccio! E l’estate scorsa,
allora? Chi ha sparato a casaccio?
– Non avevi nessun motivo di prendere la
scorciatoia – ha detto David. – Papà ti aveva detto di non passare
mai da quella parte.
– Ed era una ragione per cercare di spararmi ?
C’era qualche ragione di uccidere Rusty?
David mi stringeva il braccio così forte che pensai stesse
per spezzarmelo. – I razziatori avevano un cane con loro. Ne abbiamo
trovato le tracce tutto intorno al signor Talbot. Quando hai preso la
scorciatoia e abbiamo sentito abbaiare Rusty, ti abbiamo scambiata per un
razziatore. – Ha cominciato a fissarmi. – Mamma ha ragione. La
paranoia è il nemico numero uno. Eravamo tutti un po’ pazzi l’estate scorsa.
Eravamo sempre tutti un po’ pazzi, credo. E poi tu fai la prodezza di portare a
casa quella lettera, ricordando a tutti quello che è successo, tutti quelli che
abbiamo perso… – Poi mi ha lasciato andare il braccio ed ha abbassato gli
occhi per guardarsi la mano.
– Te l’ho detto – gli ho ripetuto. – L’ho
trovata mentre stavo cercando un giornale. Credevo che sareste stati tutti
contenti.
– Già – ha detto lui. – Ci scommetto.
Poi è rientrato, e io sono rimasta fuori molto tempo,
aspettando papà e Stitch. Quando alla fine sono rientrata nessuno ha alzato lo
sguardo. Mamma stava ancora davanti alla finestra. Potevo vedere una stella
sopra il suo capo, la signora Talbot aveva smesso di piangere e stava
apparecchiando la tavola. Mamma ha versato la minestra nei piatti e tutti noi
ci siamo seduti. Mentre stavamo cenando, papà è arrivato.
C’era Stitch con lui. E tutti i giornali. – Mi spiace,
signora Talbot – ha detto. – Se preferisce, li metterò in cantina e
potrà mandare Lynn a prenderli uno alla volta.
– Non importa – ha detto lei. – Non mi va più
di leggerli.
Papà ha messo i giornali sul divano e si è seduto a tavola.
Mamma gli ha riempito il piatto di minestra. – Ho preso i semi – ha
detto. – I semi di pomodoro si erano imbevuti di acqua, ma il grano e le
zucche erano a posto. – Mi ha guardato. – Ho dovuto chiudere
l’ufficio postale. Lynn – ha continuato. – Lo capisci questo, vero?
Capisci che non posso più lasciarti andare là? È troppo pericoloso.
– Te l’ho detto – gli ho risposto. – L’ho
trovata mentre cercavo un giornale.
– Il fuoco si sta spegnendo – ha detto papà.
Dopo aver ucciso Rusty, non mi hanno permesso più di andare
da nessuna parte per un mese, per paura di spararmi mentre tornavo a casa,
nonostante avessi promesso di prendere la strada più lunga. Poi è arrivato
Stitch e non è successo niente, così hanno ripreso a lasciarmi uscire. Sono
uscita ogni giorno fino alla fine dell’estate, e anche dopo, ogni volta che me
lo permettevano. Devo aver rovistato in ogni mucchio di posta centinaia di
volte prima di trovare la lettera dei Cleary. La signora Talbot aveva ragione a
proposito dell’ufficio postale: la lettera era nella cassetta di qualcun altro.