Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni
Persino Barry aggrottò le ciglia e smise di
ondeggiare. - Che cosa hai detto?
La paura di Peter era scomparsa del tutto. Se ne
stava in piedi di fronte a Barry e gli rivolgeva un sorriso, come se avesse
pietà del suo non esistere. Dopo settimane di elucubrazioni intorno alla natura
di sogno della vita, Peter aveva deciso che nel caso del prepotente Barry le
cose stavano sicuramente così, e che perciò, se anche l’avesse colpito in
faccia con tutta la forza che aveva, non gli avrebbe fatto più male di quanto
poteva fargliene un’ombra.
Barry si era ripreso e si preparava a combattere.
Peter staccò un altro morso di mela. Mise la faccia
vicina a quella di Barry e lo squadrò come se avesse di fronte una vignetta
buffa disegnata sul muro.
- Tu non sei altro che un grasso budino rosa... coi
denti di ferro.
Ci fu uno scroscio di risa tra la folla che si
diffuse, differenziandosi in risolini, sghignazzi e grida. I bambini si davano
di gomito, battendosi sulle ginocchia. Fingevano, naturalmente. Ciascuno voleva
dimostrare agli altri che gli era passata la paura. Frammenti di quell’insulto
rimbalzarono di bocca in bocca: - Budino rosa... denti di ferro... un budino
coi denti! - Peter sapeva di aver detto una crudeltà. Ma che importanza poteva
avere? Tanto Barry non era vero. Adesso appariva di un bel rosa acceso, più di
qualunque budino mai visto. Chissà come odiava essere li.
Peter incalzò, prima che l’altro recuperasse la
rabbia. - Sono stato a casa tua. Ti ricordi? Per il tuo compleanno. Tu sei un
bambino normale, tranquillo. Ti ho anche visto aiutare tua mamma a lavare i
piatti...
- Aaaaaaah, - fece eco la folla accompagnando l’esclamazione
con una nota di caloroso disprezzo.
- Non è vero, - vomitò Barry. Aveva gli occhi lucidi.
- E poi ho guardato in camera tua e ho visto l’orsacchiotto
ben rincalzato sotto le coperte.
- Aaaaaaah, - gridò la folla, procedendo dalla
sorpresa al più sincero sberleffo. - Uuuuuuuuh! Piccolino... pisciasotto...
dorme soltanto con l’orsacchiotto... aaaaah.