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Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni


Una delle due stava dicendo all’amica: - Ma come fai a sapere che adesso non stai sognando? Magari stai solo sognando di parlare con me.

- Be’, - disse l’amica, - basta che mi dia un pizzico: se mi fa male, mi sveglio.

- Ma prova a pensare, - disse la prima, - se stessi solo sognando di pizzicarti, e anche di aver sentito male. Potrebbe essere tutto un sogno e tu non lo sapresti mai...

Svoltarono l’angolo e sparirono. Peter rimase a riflettere. Quell’idea era venuta in mente anche a lui, ma non era mai riuscito a formularla con altrettanta chiarezza. Si guardò intorno. Lui con il libro della biblioteca in mano, il corridoio grande pieno di luce, le aule che si aprivano a destra e sinistra, i bambini che uscivano: forse non c’era niente di vero. Forse erano solo il frutto dei suoi pensieri. Sul muro proprio accanto a lui c’era un estintore. Allungò una mano e lo toccò. Il metallo rosso era freddo al tatto. Era solido, reale. Come avrebbe potuto non esserci? E del resto, nei sogni le cose andavano esattamente così: tutto sembrava vero. Era solo svegliandosi che uno si rendeva conto di avere sognato. Come poteva essere sicuro di non averlo sognato quell’estintore, con la vernice rossa e la sensazione di freddo?

Passavano i giorni e Peter pensava sempre di più a questo problema. Un pomeriggio si trovava in giardino e improvvisamente si rese conto che se il mondo che vedeva lo stava semplicemente sognando, allora era lui a determinare tutto quel che c’era dentro e che capitava. In alto un aereo aveva iniziato la fase di atterraggio. Il sole ne accese le ali di un luccichio d’argento. Tutta quella gente che adesso stava tirando su il sedile e mettendo da parte i giornali, non poteva avere idea di essere solo sognata da un ragazzino laggiù sulla terra. Allora, se un aereo precipitava era colpa sua? Che pensiero orribile! Comunque, se così fosse stato, tutti gli incidenti aerei non sarebbero stati veri, no? Sarebbero stati solo dei sogni. Ciononostante, Peter fissò l’aereo sulla sua testa e desiderò con tutte le forze che arrivasse sano e salvo in aeroporto. E così fu.

     Un paio di sere dopo, la mamma di Peter entrò in camera sua per augurargli la buona notte. Proprio nell’attimo in cui le labbra sfioravano la sua guancia, Peter ebbe un altro di quei pensieri. Se questo era un sogno, che ne sarebbe stato di sua madre al risveglio? Ce ne sarebbe stata un’altra, più o meno uguale, ma vera? Oppure una completamente diversa? O magari nessuna? Mrs Fortune rimase piuttosto sconcertata, quando suo figlio le gettò le braccia intorno al collo e non voleva più lasciarla andar via.


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