Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni
Il gatto nero restò a bocca aperta. Dalla folla si
levò qualche risatina. Peter era sempre stato un tipo tanto educato! Che
bellezza finalmente sputare fuori tutti quegli insulti.
- Preparati a diventare mangime per uccellini. -
ammonì il gatto nero, facendo un passo avanti, Peter tirò un respiro profondo.
Doveva vincere per rendere giustizia al vecchio William. Non aveva ancora
finito di formulare questo pensiero, che già la zampa del gatto nero si levò a
colpirgli la faccia. Ora Peter sarà anche stato nel corpo di un gatto vecchio,
ma ragionava con la testa di un ragazzino. Perciò schivò il colpo e sentì la
zampa e le unghie feroci fischiargli appena sopra le orecchie, E fece in tempo
a cogliere il gatto nero in equilibrio precario sulle tre zampe. Si lanciò
immediatamente all’attacco e spinse il gattone con le zampe anteriori. Questa
non era una mossa consueta nei combattimenti fra gatti e il campione fu colto
alla sprovvista. Diede in un miagolio di sorpresa e, scivolando sulle zampe
posteriori, cadde dal muro finendo a testa prima nel tetto della serra
sottostante. L’aria gelida e buia fu attraversata dal fracasso e dal tintinnio
musicale dei vetri infranti, seguito dal baccano più sordo dei vasi di coccio
in frantumi. Poi si fece silenzio. Un pubblico di gatti ammutoliti sbirciava
oltre il muretto. Si udì un tramestio, e poco dopo un lamento. Infine, appena visibile
nell’oscurità, ecco la sagoma del gatto nero che attraversava il prato
zoppicando. Lo sentirono imprecare.