Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni
-
Non ti muovere, - disse Mr Fortune. - Adesso salgo sulla poltrona per arrivare
al muro.
-
Va bene, - disse Peter. - Fa’ pure.
Ed
ecco Mr Thomas Fortune salire sopra la poltrona, e Peter salire in groppa ai
suoi pensieri. A vederlo si sarebbe detto che non faceva nulla, ma in realtà
era occupatissimo. Si stava inventando un modo emozionante di scendere dalle
montagne con un attaccapanni e una corda ben tesa tra due pini. Continuò a
pensarci mentre suo padre stava ritto sullo schienale della poltrona, ansimando
e stirandosi per arrivare al soffitto. Come si poteva fare, pensava intanto
Peter, per scivolare senza andare a sbattere negli alberi che tenevano la corda?
Chissà, forse l’aria di montagna stuzzicò l’appetito di Peter. Fatto sta che in
cucina c’era un pacchetto nuovo di biscotti al cioccolato. Non era bello
continuare a ignorarli. Peter non fece in tempo ad alzarsi che sentì alle sue
spalle un orrendo frastuono. E si voltò proprio mentre suo padre cadeva a testa
prima nel buco tra la poltrona e il muro. Poi Mr Fortune riapparve, per prima
la testa di nuovo. Sembrava deciso a fare Peter a pezzettini. Dall’altra parte
della stanza, la mamma si teneva stretta la mano sulla bocca per non farsi
sorprendere a ridere.
-
Oh, scusa papà, - disse Peter. - Mi ero dimenticato che eri li.
Poco dopo il suo decimo compleanno, a Peter venne
affidato il delicato incarico di accompagnare a scuola la sorellina Kate, di
sette anni. Peter e Kate frequentavano la stessa scuola. Ci voleva un quarto d’ora
per raggiungerla a piedi e pochi minuti, con l’autobus. Di solito ci andavano a
piedi con il papà che poi proseguiva per il suo ufficio. Adesso però i bambini
erano abbastanza grandi da poter andare da soli in autobus, e la responsabilità
dell’impresa ricadeva su Peter.