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Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS


Non volevo iniziare nel caso in cui stesse cercando solo il pretesto per risucchiarmi in non so bene cosa. Ero comple­tamente ignaro dei suoi trucchi in combattimento, e non ave­vo alcuna intenzione di buttarmi allo sbaraglio allo scopo di saperne un po' di più. Meglio rimanere sulla difensiva e la­sciargli fare la prima mossa, pensai tra me e me. La creatura però continuava ad avvicinarsi. Allora compresi che tra breve sarei stato costretto a fare qualcosa, anche soltanto a tentare una ritirata...

Tutto d'un tratto, una di quelle lunghe appendici fronta­li ripiegate dardeggiò nella mia direzione costringendomi a buttarmi di lato e a tagliarla. Il membro cadde al suolo anco­ra in movimento. Allora decisi che fosse il caso di allontanarmi.

Uno, due! Uno, due!

La bestia vacillò lentamente sulla sua sinistra, perché gli avevo reciso tutte le appendici di quel lato del corpo.

Allora, troppo sicuro di me, gli passai vicino di corsa per girargli intorno, raggiungere il fianco destro, e ripetere la stessa operazione mentre giaceva ancora a terra sotto shock. Dal suo corpo saettò fuori un altro estensore. Questa volta però ero troppo vicino anche se la creatura vacillava ancora. Invece di afferrarmi con la sua estremità a forma d'artiglio, la creatura preferì colpirmi con l'equivalente dello stinco, se non dell'avambraccio. La sferzata mi colpì il petto, e mi ri­trovai disteso a terra.


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