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Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS


Sfortunatamente, in quel momento non fui capace di con­trollare quello che stavo immaginando. Mi ero lasciato tra­sportare in quel posto e non era stata una buona idea. Avevo una fifa tremenda, e la cosa certamente non mi aiutava a risolvere la situazione in cui mi trovavo. Potevo facilmente fare una brutta fine perché vagavo per la giungla oggettivizzata del mio subconscio e trascorrevo molto tempo in luoghi dove dimoravano esseri malvagi.

Finalmente ritornai in me, ritrovai la strada di casa, e mi fermai piagnucolante sulla soglia della porta di Julia: ri­cordo che per diversi giorni ebbi i nervi a pezzi. Quando poi ne parlai con Random, venni a sapere che anche lui aveva avuto delle esperienze simili.

In un primo tempo mi disse d'aver tenuto la cosa soltan­to per sé, per usarla come una possibile arma segreta nei con­fronti del resto della Famiglia; in seguito però, una volta mi­gliorati i rapporti familiari, aveva deciso di render nota la cosa per poter sopravvivere. Era rimasto sbigottito nel sapere che Benedict, Gérard, Fiona, e Bleys, ne erano già a cono­scenza... e nonostante che, stranamente, soltanto Fiona aves­se rivelato d'aver pensato ad essi come ad un'arma da usare all'interno della Famiglia. Ma subito insabbiò la cosa, data la sua imprevedibilità.

Questo fatto, comunque, era accaduto diverso tempo ad­dietro e, sotto la pressione di altri problemi più recenti, Ran­dom l'aveva dimenticato in qualche angolino oscuro della sua mente; non gli era neanche passato per la testa perciò, che un nuovo arrivato come me probabilmente avrebbe dovuto essere avvertito.


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