Читаем по-итальянски ROGER ZELAZNY IL SEGNO DEL CAOS
Luke
si umettò le labbra con la lingua e si guardò intorno.
«Be',
non ho fretta,» mi rispose. Poi il suo viso si allargò in un sorriso mentre
udivamo un grido in lontananza, ed i demoni cominciavano a fare delle cose
disgustose alla donna sul dipinto murale. «Quasi me l'aspettavo.»
Riposi
l'arma al suo posto, perfettamente chiusa nel suo fodero. Luke intanto sbatté
il pugno sul banco e reclamò un altro giro di bevute. Io però scossi
risolutamente il capo.
«Ora
devo andare,» gli dissi. «C'è ancora qualcuno alle mie calcagna che potrebbe
avvicinarsi in un batter d'occhio ed incastrarmi.»
«Gli
ammali non contano,» disse Luke.
«Quello
che ho appena fatto a pezzi, si,» risposi. «È stato mandato apposta per noi.»
Guardai
le porte rotte, chiedendomi cosa avrebbe potuto attraversarle di lì a poco. Gli
Angeli del Fuoco,per quel che se ne sapeva in giro, cacciavano
sempre in coppia.
«Ma
devo parlarti di...», continuai.
«Non
ora,» mi rispose, allontanandosi da me.
«Ma
tu sai che è importante.»
«Non
riesco ancora a pensare perfettamente,» mi confessò.
Presunsi
che quel che diceva dovesse essere vero, e poi non aveva alcun senso cercare di
trascinarlo ad Ambra o in qualsiasi altro posto. Era appena scomparso, quando
si mostrò di nuovo. La sua mente doveva rischiararsi e la sua fissazione
dissiparsi prima di poter discutere seriamente di problemi comuni.