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Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni


Le cose raggiunsero il massimo un tardo pomeriggio, dopo la scuola. Era estate fatta, ma continuava a piovere e a fare freddo. Kate se ne stava sdraiata sul letto a leggere. Peter era inginocchiato sul pavimento. A scuola c’era un’ondata di entusiasmo per le partite di biglie e lui andava fortissimo. Il giorno prima aveva vinto a un altro bambino la biglia più bella che avesse mai visto, una Gemma Verde. Era quasi la più piccola e pareva brillare di luce propria. In quel momento la stava usando: la faceva rotolare sulla moquette verso la biglia arancione che gli serviva sempre da bersaglio negli allenamenti. La Gemma Verde aveva appena lasciato la sua mano, quand’ecco il testone pelato di Kenneth fare capolino dietro la porta. La biglia rotolò verso di lui che subito le mosse incontro con fare ingordo.

- Kenneth, no! - gridò Peter. Ma era troppo tardi. Il piccolo agguantò la biglia e se la fece sparire in bocca. Peter si precipitò carponi verso di lui, deciso a spalancargli le ganasce. Poi si fermò. Ciò che era accaduto gli apparve in tutta la sua orrenda chiarezza. Il piccolo sedeva perfettamente immobile. Per un attimo gli si sgranarono gli occhi e un’espressione di sorpreso fastidio gli attraversò la faccia. Poi strizzò le palpebre una, due volte e infine rivolse a Peter un bel sorriso.

- Oh, no! - esclamò Peter con un fil di voce. L’ha ingoiata.

- Che cosa? - domandò Kate senza alzare gli occhi dal suo libro di incantesimi.

- La mia Gemma Verde, la biglia che ho vinto ieri.

Kate mise su il solito tono calmo del genere so-tutto-io. - Ah, quella. Non mi sembra preoccupante. È piccola piccola e liscia. Non credo che possa fargli male.

Peter rivolse un’occhiata di fuoco al piccolo Kenneth che intanto si contemplava tranquillo una mano. - Me ne infischio di lui. Io voglio la mia biglia.

- Nessun problema, - disse Kate, - uscirà dall’altra parte.

Peter rabbrividì. - Grazie tante.

Kate richiuse il libro. Si chinò a fare il solletico al piccolo. Lui rise e si diresse verso il suo letto. Sai che cosa penso? - chiese lei.

Peter non rispose. Tanto glielo avrebbe detto lo stesso.

- Penso che sei geloso di Kenneth.

Certe volte era davvero odiosa. - Quanto sei cretina! - disse Peter. - E’ la cosa più cretina che abbia mai sentito. Come farei a essere geloso di quel coso? - E di nuovo fulminò il piccolo, che gli restituì uno sguardo carico di sincero interesse, dondolando l’immenso testone.

- Non è un coso, - disse Kate. - È una persona. E comunque è chiaro perché: le attenzioni vanno tutte a lui anziché a te.


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