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Читаем по-итальянски Ian McEwan L'inventore di sogni


Viola Fortune si portò in casa i suoi attrezzi da giardinaggio. Girava di stanza in stanza raccattando quadri, suppellettili, lampade e libri rari che poi chiudeva a chiave dentro gli armadi in soffitta. Peter e Kate nascosero tutti i giocattoli preferiti sotto i rispettivi letti. A vederli, si sarebbe detto che aspettassero l’arrivo di un uragano, una tromba d’aria, un tifone in grado di strappare via tutto quello che avevano. In realtà si trattava soltanto di un vecchio ladruncolo dotato di un certo talento. Sarebbe stato più intelligente di Peter però?

Il bambino incominciò a preparare la propria offensiva. Il suo primo problema era questo: per prendere il ladro, bisognava essere in casa al momento del furto, il che implicava non andare a scuola. Poteva fingersi ammalato, ma doveva essere molto cauto. E dosare il malessere alla perfezione. Bastava esagerare anche di poco per rischiare di ritrovarsi uno dei genitori a casa per occuparsi di lui. A quel punto Sam Saponetta avrebbe capito che c’era gente in casa e si sarebbe spostato più in là. D’altra parte, se non fosse riuscito a sembrare abbastanza malconcio, lo avrebbero spedito a scuola con una giustificazione che lo esonerava dalle attività sportive. Doveva calcolare il giusto, in modo da poter rimanere in casa da solo. La buona Mrs Farrar della casa accanto, sarebbe venuta a vedere come stava più o meno ogni ora.

Di pomeriggio, quando tornava da scuola, si chiudeva a chiave in camera sua e faceva le prove di invalidità. Dal momento che voleva apparire pallido, pensò di spolverarsi la faccia di farina. Quello che vide nello specchio pareva un cadavere tornato tra i vivi. Masticò semi di peperoncino per farsi salire la febbre. La cosa funzionava anche troppo bene: bocca e gola gli andarono in fiamme e la temperatura salì alle stelle. In quel modo lo avrebbero portato d’urgenza in ospedale. Forse una caviglia slogata faceva più al caso suo. Provò a zoppicare su e giù per i pochi metri della sua camera. Dava più l’impressione di un bambino che stia per trasformarsi in un granchio.

Stava ancora mettendo a punto la sua malattia tre giorni dopo, quando sua madre gli diede la notizia. I signori Baden Baden che stavano al numero trentaquattro, avevano subito un furto. Proprio due mesi prima avevano speso una fortuna per farsi installare l’ultimo ritrovato in fatto di antifurti, di quelli con i segnalatori rossi e blu, il sensore acustico e la sirena. Sam Saponetta pareva essere passato attraverso i muri di casa loro per portarsi via una racchetta da tennis del sedicesimo secolo con tanto di teca di vetro, e uno sgabello da pianoforte tutto tarlato sul quale si diceva si fosse seduto Mozart per due minuti, all’età di cinque anni.


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