Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore
"Questo ha tirato la cocaina e ora sta male... Ma io vorrei sapere chi cazzo l'ha portata la coca a casa mia?" Andrea respira a fatica. "Ma no, no, non è colpa di nessuno, me ne avevano data un po a casa di Alessia." "A casa d'Alessia?" "Sì, però non lo dico chi me l'ha data." "Ma che cazzo me ne frega di chi te l'ha data. Scusa, sei tu che l'hai portata qui." "L'ho presa per fare bella figura con le russe." Pietro lo prende sotto l'altra spalla, lo sorregge, facendolo camminare. "E si vede, bella figura che hai fatto. Sei bianco come un cencio. Dovevi darle le ciliegie." Veruska è rimasta sulla porta. "Pietro, vieni in stanza, ho voglia... Quando arriva la macedonia che mi dicevi?" "Eh, arrivo, arrivo, non vedi che qui c'abbiamo un frullato?" Dal terrazzo arrivano le altre due russe. Ora sembrano più tranquille. "Tutto a posto, arrivata l'ambulanza.
Stanno salendo anche carabinieri..." Alessandro sbianca completamente. "Ma come i carabinieri? Ma chi li ha chiamati?" "Noi, noi tutto in regola. Noi a posto con permessi di lavoro." "Ma che permessi, qua i problemi sono altri." Si piega su Andrea. "Ma sei sicuro che non c'era altra roba?" "No, cioè sì... giusto poca pochina, una bustina sotto il water." "Sotto il water? Ma tu sei pazzo! Dentro la dovevi buttare!"
Alessandro si precipita in bagno, trova la bustina con dentro un po di polvere bianca e fa appena in tempo a gettarla dentro il water che bussano alla porta. "Aprite." Alessandro tira lo sciacquone e corre ad aprire la porta. "Eccomi!"