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Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore


E con due persone. Si appoggia alla schiena di un uomo. Lo accarezza quasi mentre lui scherza con una bella ragazza seduta a gambe larghe sul tavolo centrale. Lui le sta davanti e si appoggia in mezzo alle gambe. Tiene una mano in alto, sopra la testa della ragazza, e lascia penzolare una ciliegia. La fa scendere poco a poco e poi la tira su di nuovo, mentre la ragazza, finta indispettita, ride e s'imbroncia per non essere riuscita ad afferrarla con la bocca. E ha voglia di quella ciliegia e forse non solo di quello. E quell'uomo lo sa. E ride.
"Pietro!"
Pietro si distrae e si gira verso Alessandro. La ragazza ne approfitta subito e mangia al volo la ciliegia, rubandogliela con la bocca dalle mani.
"Ecco, vedi che hai fatto. Mi ha rubato la ciliegia per colpa tua."
La ragazza ride e mastica a bocca aperta, la lingua si tinge di ciliegia e le sue parole si colorano di rosso, di profumo, di desiderio, di sorriso. "Buona! Ho vinto, me ne spetta un'altra. Dai, ciliegia, una tira l'altra, no? Hai detto tu prima..."
"Certo, ecco." Pietro gliene da un'altra e la ragazza russa sputa prima il nocciolo di quella appena finita in un bicchiere lì vicino, facendo centro, poi prende con le mani l'altra e l'addenta. Pietro si avvicina ad Alessandro.
"Ecco, vedi, il gioco è finito. Io volevo continuare a farla soffrire un po... una ciliegia tira l'altra... le veniva sempre più voglia e poi io solo alla fine le davo la ciliegia ma anche pum..." Pietro pizzica Alessandro tra le gambe, "... la bananina!" Pietro ride mentre Alessandro si piega quasi su se stesso.
"Ma quanto sei cretino, eh?"

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