Читаем по-итальянски Antonio Tabucchi Si sta facendo sempre piu' tardi (10)
Logico che entrai. Tu cosa avresti fatto, tu che ti sei con centrata sul passato?, obiettivo ipocrita, tra l'altro, per chi in realtà sta pensando a ciò che può essere il domani, visto che il passato gli ha lasciato una certa amarezza. Il futuro, il futuro! E' la nostra cultura, basata su ciò che potremmo essere, compreso l'Evangelio (sia detto con il dovuto rispetto) perché di noi sarà il Regno dei Cieli, tempo futuro, insomma, l'avvenire, visto che il passato è un
disastro e il presente non ci basta mai. E niente, sai, davvero niente basta, nemmeno le ginestre che fioriscono a maggio per chi sa vederle e che io guardavo senza vedere, come di solito facciamo tutti, fino a cadere nella nostalgia dell'irreversibile, che è la tomba definitiva di tutti quelli come noi. Il ricordo della tua fica (scusa l'insistenza sul crudo particolare anatomico) mi si spalancò improvvisamente davanti, se così posso dire, forse in modo empio, non lo nego, dato il luogo sacro
anche se abbandonato. E al contrario di Kazantzakis capii che non ero libero.
Anzi, ero prigioniero di me stesso. E soprattutto non ero più giovane, o almeno così giovane comequando ti avevo conosciuta. Ma mi sembrò di capire di più, assai di più. Strane, certe associazioni d'idee: per esempio, che quella tua fessura fosse non solo una sorta di vortice dove avrei voluto rientrare, perché essa era stata per me un luogo di piacere indicibile (troppo facile), ma davvero una
possibile via di ritorno all'immemorabile, all'origine del mondo, come direbbe l'arguto pittore, su, su, su, fino ad arrivare all'origine delle origini, alla natura mononucleare, meglio, al batterio, meglio, all'amminoacido, meglio, al Verbo, che dell'amminoacido dev'essere la metafora suprema.