Читаем по-итальянски Antonio Tabucchi Si sta facendo sempre piu' tardi (1)
Un biglietto in mezzo al mare.
Mia Cara,credo che il
diametro di quest'isola non superi i cinquanta chilometri, al massimo. C'è una
strada costiera che la gira tutta in tondo, stretta, spesso a picco sul mare,
altrimenti pianeggiando in coste brulle che scendono a solitàrie spiaggette di
ghiaia orlate di tamerici bruciate dal salino, e in alcune a volte mi fermo. Da
una di queste ti parlo, a bassa voce, perché il meriggio e il mare e questa
luce bianca ti hanno fatto chiudere le palpebre, stesa qui accanto a me, vedo
il tuo seno che si solleva al ritmo pausato della respirazione di chi sta
dormendo e non voglio svegliarti. Come piacerebbe questo luogo a certi poeti
che conosciamo, perché è così scabro, essenziale, fatto di pietre, montagnole
brulle, spini, capre.
Mi è perfino venuto da pensare che quest'isola non
esista, e di averla trovata solo perché la stavo immaginando. Non è un luogo, è
un buco: intendo della rete. C'è una rete nella quale pare sia ormai
impossibile non essere catturati, ed è una rete a strascico. In questa rete io
insisto a cercare buchi. Ora mi pareva quasi di aver sentito la tua risatina
ironica: "E dagli, cirisiamo ! ". E invece no: hai le palpebre chiuse
e non ti sei mossa. Me lo sono solo immaginato. Che ore saranno? Non ho portato
l'orologio, che del resto qui è del tutto superfluo.
Ma ti stavo descrivendo questo luogo. La prima cosa
a cui fa pensare è a com'è troppo il troppo che il nostro tempo ci offre,
almeno a noi che per fortuna stiamo dalla parte migliore. Invece guarda le
capre: sopravvivono con niente, mangiano anche i pruni e leccano perfino il
sale. Quanto più le guardo, più mi piacciono, le capre. Su questa spiaggetta ce
n'è sette o otto che si aggirano fra i sassi, senza pastore, probabilmente
appartengono ai proprietari della casetta dove mi sono fermato a mezzogiorno.
C'è una specie di caffè sotto un'incannicciata dove si possono mangiare olive,
formaggio e melone. La vecchietta che mi ha servito è sorda e ho dovuto gridare
per chiedere queste poche cose, mi ha detto che suo marito arrivava subito, ma
suo marito non l'ho visto, forse è una sua fantasia, oppure ho capito male. Il
formaggio lo fa lei con le sue mani, mi ha portato nel cortile di casa, uno
spiazzo polveroso circondato da un muro a secco pieno di cardi dove c'è l'ovile
delle caprette. Le ho fatto un segno con la mano a falce, come per significare
che dovrebbe tagliare i cardi che bucano e nei quali si inciampa. Lei mi ha
risposto con un segno identico, ma più deciso. Chissà cosa voleva dire con
quella mano che tagliava l'aria come una lama. Accanto alle stalle il casale si
prolonga in una specie di cantina scavata nella roccia dove lei fabbrica il suo
formaggio, che è poco più di una ricotta salata fatta stagionare al buio, con
una crosta rossastra di peperoncino. Il suo laboratorio è una stanza scavata
nella pietra, freschina, direi gelida. C'è uno scrematoio di granito dove
lascia cagliare il latte e un mastello dove lavora il siero, su una tavola
rugosa e inclinata sulla quale impasta il caglio come se fossero dei panni su
un lavatoio, strizzandolo perché ne esca tutta l'acqua; e poi lo infila in due
forme dove esso rassoda, sono forme di legno che si aprono e si chiudono a
morsa, una è rotonda, e questo è normale, mentre l'altra ha la figura di un
asso di picche, o almeno a me è sembrato così, perché ricorda il seme delle
nostre carte da gioco. Ho comprato una forma di formaggio e avrei voluto quella
fatta come l'asso di picche, ma la vecchia me l'ha rifiutata e mi sono dovuto
accontentare di quella rotonda. Le ho chiesto una spiegazione e ne ho cavato
dei mugugni sgraziati e gutturali, quasi stridenti, accompagnati da gesti
indecifrabili: si circondava la circonferenza del ventre e si toccava il cuore.
Chissà: forse voleva significare che quel tipo di formaggio è riservato solo a
certe cerimonie essenziali alla vita: la nascita, la morte. Ma come ti dicevo,
forse è solo l'interpretazione della mia fantasia che di sovente galoppa, come
sai. Ad ogni modo il formaggio è squisito, fra queste due fette di pane scuro
che sto mangiando dopo avervi versato un filo d'olio d'oliva, che qui non
manca, e qualche foglia di timo che condisce ogni piatto, dal pesce al coniglio
selvatico. Avrei voluto chiederti se anche tu avevi appetito: guarda, è
squisito, ti ho detto, è una cosa irripetibile, fra un po' sarà sparito anche
lui nella rete che ci sta avvolgendo, per questo formaggio non ci sono buchi né
vie d'uscita, approfittane. Ma non volevo disturbarti, era così bello il tuo
sonno, e così giusto, e ho taciuto. Ho visto passare un bastimento in
lontananza e ho pensato alla parola che ti stavo scrivendo: bastimento. Ho
visto passare un bastimento carico di?... Indovina.