Читаем по-итальянски Connie Willis Una lettera dai Cleary
Avremmo dovuto fare un’escursione
sul Picco con i Cleary.
Tornate a casa, le ho detto: –
I Cleary non sono più venuti, due estati fa.
Mamma si è tolta i guanti e si è
avvicinata alla stufa, togliendosi di dosso pezzi di neve
ghiacciata. – Certo che non sono venuti, Lynn –
disse.
La neve sul mio cappotto gocciolava
sulla stufa e sfrigolava. – Non volevo dire questo –
dissi io. – Dovevano venire la prima settimana di luglio.
Subito dopo il diploma di Rick. Che sarà successo? Avranno
soltanto deciso di non venire, o cosa?
– Non lo so – ha
detto, togliendosi il berretto e scuotendo i capelli. Aveva la
frangia tutta bagnata.
– Forse vi hanno scritto per
dire che hanno cambiato idea – disse la signora Talbot. –
Forse l’ufficio postale ha smarrito la lettera.
– Non importa –
ha detto mamma.
– Credo che avrebbero
cercato comunque di avvertirci – ho aggiunto io.
– Forse l’ufficio
postale ha messo la lettera nella cassetta di qualcun altro –
è intervenuta la signora Talbot.
– Non importa –
ha detto mamma, ed è andata ad appendere il cappotto al gancio
in cucina. Non ha detto altro su di loro. Quando papà è
tornato, ho chiesto anche a lui dei Cleary, ma era troppo occupato a
raccontare del viaggio per fare caso a me.
Stitch non arrivava. Ho fischiato
ancora e poi sono tornata indietro a cercarlo. Era giù in
fondo alla collina, col muso sepolto dentro qualcosa. –
Spicciati – gli ho detto, hai si è voltato e allora
ho capito perché non era venuto. Si era impigliato in uno dei
cavi elettrici che erano caduti. Era riuscito ad attorcigliarsi il
cavo intorno alle zampe come fa certe volte col guinzaglio, e più
cercava di venirne fuori più restava impigliato.
Era proprio in mezzo alla strada. Io
stavo sul ciglio, cercando di escogitare un modo per arrivare da lui
senza lasciare impronte. In cima alla collina la strada era molto
gelata, ma quaggiù la neve si stava sciogliendo e scorreva per
la strada in piccoli torrentelli. Ho allungato il piede in fuori nel
fango, e la mia scarpa da tennis è affondata di un buon paio
di centimetri, così sono tornata indietro e ho cancellato
l’impronta con la mano, strofinandola poi sui jeans. Non sapevo
che cosa fare. Per le impronte papà è paranoico tanto
quanto la mamma per le mie mani, ma è anche peggio se resto
fuori dopo il tramonto. Se non ce l’avessi fatta a tornare in
tempo sarebbe stato capace di impedirmi di andare all’ufficio
postale.
Stitch stava per mettersi ad abbaiare.
Si era attorcigliato il cavo intorno al collo e si stava
soffocando. – Va bene – gli ho detto. –
Arrivo. – Dopo essere saltata in uno dei torrenti, l’ho
seguito per il resto della strada fino a Stitch, guardandomi indietro
un paio di volte per assicurarmi che l’acqua cancellasse le
impronte.