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Читаем по-итальянски Connie Willis Una lettera dai Cleary


Ho chiesto a mamma se per piacere vuole dirgli di non tagliare i ciocchi così lunghi, ma lei non l’ha fatto. Non critica mai David. Per quanto la riguarda, lui non può far niente di sbagliato, solo perché ha ventitré anni ed è sposato.

– Lo fa apposta – le ho detto. – Spera che io bruci a morte.

– La paranoia è il nemico numero uno delle ragazzine quattordicenni – ha risposto mamma. Lo dice sempre. Mi fa arrabbiare al punto che vorrei ucciderla. – Non lo fa apposta. Devi solo cercare di stare attenta con la stufa, ecco tutto. – Però non ha fatto altro che tenermi la mano e fissare la grossa scottatura come fosse una bomba ad orologeria sul punto di esplodere.

– Ci serve una stufa più grande – ho detto io, tirando via la mano con uno strattone. Ci serve proprio. Papà ha chiuso il camino e ha messo la stufa a legna quando il prezzo del gas è arrivato alle stelle, ma è una stufa piccola, perché mamma non ne voleva una che occupasse troppo spazio in soggiorno. Ad ogni modo, dovevamo usarla solo di sera.

Non ne compreremo una nuova. Sono troppo occupati a lavorare a quella stupida serra. Forse la primavera arriverà presto, e la mia mano avrà qualche possibilità di guarire. Tanto lo so come va a finire. L’anno scorso la neve è caduta fino a metà giugno, e adesso siamo solo a marzo. Il pettirosso di Stitch si gelerà la coda se non se ne va a sud. Papà dice che l’anno scorso è stato un fatto eccezionale, che quest’anno il tempo tornerà normale, ma non ci crede neanche lui, altrimenti non costruirebbe la serra.

Non appena ho lasciato andare il guinzaglio di Stitch, lui da bravo ha girato l’angolo e si è messo seduto ad aspettare che smettessi di succhiarmi il dito e lo slegassi. – È meglio muoversi – gli ho detto. – Se no la mamma si arrabbierà. – Sarei dovuta andare al supermercato a cercare di trovare semi di pomodoro, ma il sole era già molto basso sull’orizzonte, e c’era almeno mezz’ora di cammino per arrivare a casa. Se fossi tornata a casa dopo il tramonto mi avrebbero mandato a letto senza cena, e poi non sarei riuscita a leggere la lettera. A parte questo, se non fossi andata al supermercato oggi mi ci avrebbero mandato domani, e non avrei dovuto lavorare a quella stupida serra.

Certe volte avrei voglia di farla saltare in aria. Ci sono trucioli e fango dappertutto, e David ha fatto cadere uno dei pezzi di plastica sulla stufa mentre li stavano tagliando, e la plastica si è tutta sciolta sulla stufa con un puzzo tremendo. Ma nessuno si accorge del disastro: sono troppo occupati a parlare di quanto sarà bello la prossima estate avere cocomeri, mais e pomodori coltivati in proprio.

Io non vedo come potrà essere diverso dall’estate scorsa, quando sono cresciute solo la lattuga e le patate: la lattuga era alta circa come la mia unghia rotta, e le patate erano dure come sassi. La signora Talbot ha detto che è colpa dell’altitudine, ma papà ha detto che è stato il clima strano e questo miserabile granito del Picco Pike che da queste parti chiamano «terreno». Così è andato alla libreria sul retro del supermercato e ha preso un libro di fai da te sulle serre e ha cominciato a buttare tutto all’aria, e adesso perfino la signora Talbot è entusiasta dell’idea.


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