Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore
"E che ne so, a me piaceva, ci facevo sempre le gare insieme sullo scivolo. Poi alle elementari fu la volta di Rubio..." "Rubio? Ma tutti tu li becchi?" "Ma è un nome?" "È un nome sì! E pure bello. Dunque, Rubio era un tipetto proprio fico. La nostra storia durò due mesi, da banco a banco." "Sì, va be, Olly, ma così è facile. Tu hai detto la prima volta, no le storie da bambini" la interrompe Niki sistemandosi
a gambe incrociate sui cuscini e appoggiandosi alla testata del letto. "Vero. Ma volevo farvi capire come i fenomeni si vedono sin da piccoli! Allora volete l'hard? Siete pronte per un racconto degno di "Playboy"? Eccomi. La mia prima volta risale a ben tre anni fa." "A quindici?!" "Cioè, tu hai perso la verginità a quindici anni?!" Diletta la guarda a bocca aperta. "E certo, che me la tenevo a fare? Certe cose meglio perderle che
trovarle! Insomma, ero lì... un pomeriggio dopo la scuola. Lui, Paolo, era più grande di me di due anni. Un fico che più fico non si può. Aveva rubato la macchina a suo padre, tanto per farci un giro con me." "Ah, sì, Paolo! Non ce l'avevi detto che l'avevi fatto con lui, la prima volta!" "Ma poi a diciassette anni guidava la macchina?" "Sì, ma sapeva già un po guidare. Insomma, per farla breve la macchina era un'Alfa rosso fuoco
e scassatissima, coi sedili in pelle color beige..."