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Читаем по-итальянски Luciana Lettizzetto Le loro cose, 1


Aiuto. Sento che sto invecchiando. Non mi reggono più le giunture. Cigolano. Anche i gomiti non son più quelli di una volta. Gli anziani
dicono: cambia il tempo, c'ho i dolori. Ecco. Anch'io: cambia il tempo e c'ho i dolori. Anzi. Cambia il mondo e c'ho i dolori. In generale. Dolori vari. Misti. Gli anziani non perdono tempo a specificare. È così prezioso ormai il tempo, per loro, che non vale proprio la pena sprecarlo in dettagli. Anche le donne quando c'hanno il ciclo dicono: c'ho le mie cose. Però quella è un'espressione che detesto profondamente. Sono passati secoli eppure in questo nuovo mondo noi femminielle continuiamo a dire: c'ho le mie cose. Ma cose cosa? Quali cose? Dillo. Qual è il problema? Forse è perché quella parola là non suona tanto bene, con 'sto «stru» centrale che sdrucciola. C'ho le mie cose, magari detto anche sottovoce, invece dà l'idea di una roba un po' carbonara, fatta in gran segreto. Che fai stasera? Mah, sto a casa... c'ho le mie cose... Ah, capisco, salutamele. Ma poi le MIE cose. Col possessivo. Proprietà privata. Ma tientele pure strette. E chi te le tocca. E poi certo che c'hai le tue. Puoi mica avere le sue. Non puoi mica dire: Eh, oggi non sto tanto bene, c'ho le sue cose. Che orrore. Che imbarazzo.

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