Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore
"Ma che dici." Non c'è niente di peggio, quando stai male e qualcuno vuole che tu ti faccia carico delle sue stupide problematiche. Prima quel tizio che vuoi esser ricordato da tutti. Ecco, vedi, non mi ricordo neanche il nome. Ah sì. Andrea Soldini. E ora invece Alessia e il suo voler essere al centro dell'attenzione. O meglio, essere lei la medicina giusta. Che fatica... Alessandro le si avvicina. Alessia sta guardando dall'altra parte, lontano, verso una strada che sparisce dietro
una curva. Alessandro le poggia il braccio sulla spalla. Lei si gira leggera, sorride. Ma lui la precede e le da un bacio sulla guancia. "Grazie. Sei una medicina portentosa. Vedi, fai effetto dopo pochi secondi... già sorrido." "Ma vattene!" Alessia sorride e alza le spalle. "Mi prendi sempre in giro." "Ma no, sul serio." Alessia lo guarda. "Non c'è niente da fare, voi uomini..." "Non mi dire la solita frase "siete
tutti uguali", perché è uno spot visto e rivisto e da te questo proprio non me lo aspetto." "Infatti, te ne dico un'altra: voi uomini siete tutti diversa mente vittime di una donna. Ma questo vi serve. E sai perché? Per giustificarvi del male che farete alla prossima." "Ohi, ohi, ohi..." Alessia fa per andarsene, ma Alessandro la ferma. "Alessia?" "Sì, dimmi." "Grazie." Alessia si gira. "Figurati." "No, sul serio. Questo passito è buonissimo." Alessia scuote la testa, poi sorride e rientra in casa.