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Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore


"Forza, che noi scommettiamo su di voi! Allora ripeto, per chi non lo sapesse, il regolamento. L'ultima macchina che ancora cammina vince tutto! Le scommesse si dividono così: metà a chi è a bordo della macchina che vince e l'altra metà divisa tra quelli che c'hanno scommesso sopra."
Una ragazza urla "Ai posti!" Alcuni ragazzi da fuori passano veloci, chiudono le portiere e caricano sopra le due gomme, una legata all'altra da una corda lunga che passa sul tetto dell'auto. Le gomme cadono giù da una parte e dall'altra, come una fantasiosa sella di cavallo. E finiscono poggiate, piatte, sugli sportelli, così da proteggerle dagli urti. Per quanto possibile. Una ragazza con un paio di shorts e un fischietto colorato corre in mezzo allo spiazzo, si ferma davanti alle cinque auto. Poi si toglie una bandana dalla tasca, rossa, bella, accesa. La alza in alto, verso il cielo con un gesto splendido, enfatico, lei, divertita, folle madrina di quel BumBumCar. Poi l'abbassa veloce, ridendo, fischiando. E "Via!" e si leva subito di mezzo, di corsa, impaurita, e salta sul bordo della strada, per essere lontana, al sicuro da quel pazzo autoscontro. Le macchine sgommano e partono. La Cinquecento va addosso alla Micra, la sperona e di botto viene presa di fianco dalla Mini. La Citroen C scura corre veloce, le supera entrambe e poi mette di botto la retromarcia e urta la Lupo, spaccandole il radiatore. Arriva la Cinquecento e sbatte di fianco alla Micra, rimbalzando sulla gomma di protezione. Esplodono i due finestrini, le ragazze dentro urlano, strillano, finte impaurite, divertite, impazzite. E poi lo vedono. E gridano.

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