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Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore


"Che bora che sei!"
"Io, eh?!"
"Ma si può sapere che stiamo aspettando?"
"Sì, hai detto grande novità, grande novità... Ma qui non accade nulla..."
"Ma sul serio non l'hai mai fatto il Bbc?"
"Che è, il telegiornale americano?"
"Il BumBumCar."
"E sul serio sì, perché ti dovrei dire una cavoiata?"
"Be, allora troppo fico... Ecco qua, vedi, questi sono i guanti."
"E che ci faccio?"
"Li devi tenere, sennò lasci impronte."
"Ma quali impronte, io mica sono schedata."
"Sì, ma metti caso che poi un giorno fanno un controllo e te le prendono, risalirebbero a te."
"Ma quale controllo, le mie impronte? Perché dovrebbero prenderle?"
"E poi ci sono questi. Ecco qua" tira fuori dalla tasca degli occhiali con l'elastico.
"Ma questi sono da nuoto!"
"Eh, così non ti cadono quando fai il botto. Sai, a volte esplodono i finestrini!"
"Ma quanto sei cretina! Lo dici apposta per farmi paura."
"Macché! E poi non hai detto che non hai mai paura?"
"Alle interrogazioni... ma quella è un'altra cosa."
"Ecco, brave, non mi ci fate pensare, che domani ce l'ho alla prima ora!"
Perepereperepere. Uno strano suono di tromba, di quei clacson bori che sono
quasi una rarità, esplode improvvisamente nell'aria notturna.
"Eccoli, ecco che arrivano."
Cinque auto diverse entrano improvvisamente nello spiazzo. Una frena sgommando, le altre la seguono cercando più o meno d'imitarla. Una Cinquecento. Una Mini. Una Citroen C. Una Lupo. Una Micra. Tutte accelerano e sgasano a più non posso.

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